3 Ragioni per cui parlare di cyborg non è più fantascienza
Ammettiamolo: dopo aver visto Robocop, avremmo tutti voluto metterci della ferraglia in corpo per fare i supereroi. Dopo Ghost in the Shell, l’idea di poter andare su internet mentre si è a lezione o a lavoro, in qualunque momento, ha iniziato ad allettarci.
Sfortunatamente, ciò è stato impossibile per moltissimo tempo. Le cose però stanno cambiando, e già adesso è possibile fondere il nostro corpo con le macchine.
1) In campo militare e per i super-ricchi l’hardware esiste già
Come disse William Gibson, l’autore di Neuromante: “Il futuro è già arrivato. Solamente non è ancora stato uniformemente distribuito.”
Che detta così sembra una frasettina da quattro soldi, ma in realtà ha delle implicazioni più profonde.
Per esempio, i primi smartphone erano apparecchi costosissimi, che solo i più ricchi si potevano permettere (e nel caso degli iPhone, non è che sia cambiato molto); lo stesso Internet è iniziato come progetto di ricerca militare degli Stati Uniti negli anni ’70 e ’80.
Parlando di questioni più recenti, le prime automobili senza pilota hanno già iniziato a viaggiare in Filadelfia negli Stati Uniti, dopo essere state testate a fondo da Google in California. Sono disposto a scommettere forte che tra vent’anni saranno cosa comune e ognuno di noi potrà vederle con i suoi occhi.
Ebbene, i primi arti bionici con prestazioni comparabili con quelle degli esseri umani sono già stati prodotti (come si può vedere dal video qui sopra).
Al momento sono pezzi costosissimi (vanno dai 30.000€ ai 100.000€ – un po’ più di quello che si può permettere l’aspirante cyborg medio), ma ci sono già delle iniziative mirate ad abbassarne il prezzo tramite l’utilizzo di stampanti 3-D.
2) A livello hobbystico, ci sono già le prime organizzazioni e prodotti da comprare
Forse avete sentito parlare di Tim Cannon in questo articolo. Costui è uno degli entusiasti del movimento “biohacking”, persone che non hanno voglia di aspettare che le nuove tecnologie si diffondano in modo uniforme e fanno del loro meglio per procurarsele direttamente.
Al momento, le operazioni disponibili sono relativamente di basso profilo: Chip RFID iniettabili (in modo che dei lucchetti elettronici tarati appositamente possano aprirsi solo con la tua mano) e piccoli magneti da impiantare sulla punta delle dita per poter “toccare con mano” direttamente qualsiasi campo elettromagnetico con cui uno entri in contatto.
Nella stragrande maggioranza dei casi, tutto ciò di cui abbiamo bisogno per inserire questi oggetti nel nostro corpo sono una persona qualificata per fare questo particolare tipo di piercing e gli oggetti in questione.
I primi si possono trovare con la lista di professionali fidati pubblicata da Biohack.me (forum principale dei biohackers) e i secondi si possono ordinare direttamente online da un’azienda nata appositamente per ricoprire questa nicchia, la Dangerous Things
3) Ci sarà una richiesta per persone con questi impianti nel futuro
Neil Harbisson è un artista daltonico che, grazie all’uso di un’antenna collegata al suo nervo uditivo, riesce a vedere i colori tramite i suoni; ha sfruttato ciò per creare opere d’arte molto particolari, uniche in tutto il mondo. Questo è probabilmente il primo esempio di una persona che sfrutta degli impianti per avvantaggiarsi nel suo lavoro.
Non è tuttavia assurdo ipotizzare che la capacità di sentire i campi magnetici possa trovare applicazioni pratiche per quello che riguarda il lavoro di professionisti quali elettricisti, ingegneri…
Studi su topi mostrano infine come sia possibile espandere la visione nei campi dell’infrarosso: è così distante l’idea di soldati in grado di vedere perfettamente di notte senza binocoli fragili ed ingombranti saranno molto allettanti come sentinelle o vedette.
In conclusione, il confine tra uomo e macchina è qualcosa che sicuramente diventerà molto labile nel prossimo futuro: forse, parlare di cyborg non è più fantascienza.